Centodieci, Don Sergio Andreoli

“Il rischio, che ultimamente sto correndo, è di pretendere troppo.
Mi sembra, invece, di essere normalissimo nei miei desideri, se aspiro a vivere centodieci anni.
La Medicina – metto la M maiuscola, per rispetto! – ha fatto tanti progressi e ne farà ancora maggiori nei prossimi anni.
Ne sono sicurissimo.
Qualche soggetto, che ha raggiunto la mèta da me tanto ammirata a distanza, non manca nel mondo., e tutti, quando ne parlano, gli dimostrano grande ammirazione.
Allora, mi chiedo:
“Perché in Italia no?
Perché non immaginare una situazione tanto felice proprio a Spello?”.
Figuratevi che sorpresa per tutti!
Certo, qualche condizione va assicurata, per prudena e saggezza: cibo sano, serenità abituale, cordialità con tutti, armonia tra il dire e il fare, vita spirituale intensa, ma soprattutto comunione con Dio profondamente vissuta.
Che ne dite, voi che state leggendo?
Siete pronti a provare?
Sempre preparati, però, a salutare tutti e tutto e a separarsi senza angoscia da questa “esilio terreno”, quando vorrà il Signore, che ha tutti i diritti di non condividere i nostri desideri e le nostre aspirazioni!
Post scriptum: articolo scritto in sogno.

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