Piazza del Grano, Diritto di replica, Don Sergio Andreoli

Nel numero di marzo 2014 abbiamo pubblicato un inserto scritto da don Sergio Andreoli dedicato alla recentissima santificazione della beata Angela da (di) Foligno. L’inserto è stato introdotto e accompagnato da due note dell’Editore che non sono “piaciute” all’autore dell’inserto. Nel successivo numero di aprile 2014 abbiamo, inoltre, pubblicato una replica all’inserto pervenutaci dal prof. Alberto Donati (autore dei numerosi inserti sulla nostra Costituzione) che, pure, non è “piaciuta” a don Sergio Andreoli, che se ne è, legittimamente, lamentato con l’Editore. Abbiamo offerto il diritto di replica a don Andreoli, il quale lo esercita ora con lo scritto che segue. In questo numero, in verità, non avevamo previsto la rubrica delle “Lettere al Direttore” nella quale collocare, opportunamente, la replica di don Andreoli. Poiché crediamo, da un lato che la forza delle idee giuste può emergere solo con il confronto aperto con quelle sbagliate (come ci insegna Mao), dall’altro che la forza di una onesta informazione poggia sulla sua correttezza e trasparenza, pubblichiamo subito, seppure nell’ “emergenza” dell’ultima pagina della rivista, la replica di don Andreoli. Ai nostri lettori il giudizio.

(Interessante e piacevole la “forma” delle lettere. n.b. Camillo, ci ha spiegato don Andreoli, è qualsiasi lettore)

Angela da Foligno risponde ad Alberto Donati
Premessa di Sergio

La caduta sul campo, mentre ero in Via dei Villini, per la benedizione delle famiglie, mi dà la possibilità di rispondere con calma all’intervento del professor Alberto Donati, pubblicato a pagina 36 del numero 4 di Piazza del Grano, a proposito del mio inserto sulla canonizzazione di Angela da Foligno da parte di Papa Francesco, datata 9 ottobre 2013.

Precisazione di Sergio

Lo faccio con una finzione letteraria, che spero sia apprezzata dal Donati, oltre che dall’Editore e dal Direttore del mensile; metterò, infatti, sulla bocca della Folignate le parole, che sono fiorite nella mia mente. In tal modo offro anche un piccolo contributo allo sviluppo virtuale di quei documenti dottrinali, che, insieme a quelli esperienziali, costituiscono il cosiddetto Angelae de Fulgineo Liber, che da anni circola in Italia nella mia traduzione, pubblicata dalle Edizioni Paoline prima e poi dalle Edizioni San Paolo. Un’altra lettera di Angela, dunque? Sì, precisamente la prima, da quando Papa Francesco l’ha dichiarata Santa, rendendo particolarmente felice il Vescovo Gualtiero Sigismondi, e prima ancora, il Papa emerito Benedetto XVI.

Lettera di Angela da Foligno ad Alberto Donati

Professor Alberto,

rispondo alla tua lettera di un mese fa. Sergio – non metto “Don”, perché so che non vuoi che si usi questo titolo – mi ha concesso di farlo, al suo posto, anche perché è sicuro che tu lo gradisci. La prima cosa, che voglio dirti, è che mi stupisce il fatto che nella pagina che Piazza del Grano ti ha riservato, non parli di me, se non per affermare: “[…] Angela da Foligno non fa eccezione” (Colonna terza) (Prima hai scritto: “I Santi sono coloro che si sono distinti nel sostenere l’egemonia della Chiesa e dei potentati economici e politici sulla società civile, nell’impedire il progresso di quest’ultima”). Come mai non scrivi nulla di preciso sulla mia esperienza e sulla mia dottrina (quanta confusione si fa, quando non si tiene conto di questa distinzione!). Sergio sarà felice, se lo farai prossimamente, magari proprio su queste pagine di Piazza del Grano, che si va timidamente aprendo alle problematiche di carattere spirituale, addirittura mistico; lo aiuterai, in tal modo, a diffondere su di me, non vaghe impressioni e inesatte informazioni – se non, addirittura, esagerazioni -, ma vere notizie, ben radicate nei documenti in lingua latina. Seconda: quando affermi che io non faccio eccezione, mi carichi di responsabilità assurde; io, essendo Santa, sosterrei, secondo te, “[…] l’egemonia della Chiesa e dei potentati economici e politici sulla società civile”, e impedirei “[…] il progresso di quest’ultima”. Cosa dici? – Scusa la mia franchezza, ma sono folignate! -. Sai come sono vissuta? Come ero e come sono diventata? Come sono morta? Cosa ho fatto per gli altri? Come ho cercato di imitare Gesù Cristo – sei suo discepolo anche tu – povero, addolorato, disprezzato e obbediente? Terza e ultima: tu conosci bene – penso – Sandro Ridolfi, Editore del mensile, che ha ospitato i contributi di Sergio – egli li ha fatti precedere e li ha accompagnati con le sue considerazioni, che non sono piaciute a Sergio, come puoi immaginare – e la tua lettera; puoi fare qualcosa, perché apprezzi ancor più e faccia conoscere ai suoi tremila lettori quanto in Italia e nel resto del Mondo si scrive a proposito del dossier, che mi riguarda che Sergio ha tradotto dall’edizione critica del 1985, di Abele Calufetti e Ludger Thier? In particolare, spero che tu farai sapere che, tra gli Ebooks, ci sono quelli curati da Sergio: A parer mio, Fermare il tempo, Vita Angelae de Fulgineo, Angelae de Fulgineo Liber, per non citare gli altri, in cui egli parla di me qua e là.

Grazie di cuore, e, se vuoi, rispondimi.

Angela da Foligno

Lettera di Sergio a Camillo

Signor Camillo,

se ha letto queste righe, non faccia finta di non averle capite: prenda posizione; ne avrà sicuramente qualche vantaggio.

Spello, 14 aprile

Sergio

All’Editore

Mi perdoni, Avvocato, se Le ho rubato troppo spazio; vedrà che di questo numero del Suo mensile dovrà far stampare un centinaio di copie in più; i folignati, infatti, anche grazie a Lei, si vanno sempre più interessando di una Donna, che, con grande meraviglia di molti, spero che presto sia proclamata Dottore della Chiesa. A Lei – come, del resto ad Alberto Donati e a Camillo – la più ampia facoltà di risposta.

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