
Con quella libertà, che ogni membro del clero – vescovi, presbiteri e diaconi – può avere -, come, del resto, si addice ad ogni religioso/a e ai laici/che -, vorrei fare una “risonanza” alla strana notizia, circolata anche a Foligno, proprio nei giorni, in cui la nostra gloriosa Chiesa, guidata da Monsignor Gualtiero Sigismondi, celebrava il martirio del suo Patrono, che fu Vescovo di Forum Flaminii – San Giovanni Profiamma – San Feliciano, sepolto dove oggi sorge la Cattedrale di Foligno.
Mi riferisco all’idea di togliere il “titolo” di “Diocesi”
la territorio, che comprende i Comuni di Foligno – eccetto la frazione di Verchiano, che appartiene alla Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, di Spello e di Valtopina e di un piccolo spazio del Comune di Assisi – mi riferisco ad Armenzano -.
L’obbedienza – non c’è il minimo dubbio – mi invita alla prudenza e alla disponibilità ad accogliere ogni decisione dell’Autorità Ecclesiastica.
Mi si lasci, però, la possibilità di manifestare fin d’ora tutta la mia meraviglia e la mia amarezza, se questa idea diventasse realtà.
So bene, infatti, che Foligno – se sbaglio, correggetemi – è la terza città dell’Umbria, dopo Perugia e Terni.
Conosco, poi, sufficientemente il ruolo svolto nella storia dell’Umbria da “lu centru de lu munnu”, in tutti i campi, da quello religioso a quello politico.
Per non parlare di quello culturale-artistico.
Per questo, esprimo l’auspicio che non si proceda a cancellare il suo titolo di “Diocesi”, portato recentemente alla ribalta, in forma solenne, dalla canonizzazione “equipollente” di Angela da Foligno, una donna, di cui si parla e si parlerà sempre più nella Chiesa e nel Mondo.
donsergiose@gmail.com
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