
Doping, droga e adolescenza. Cosa Fare? Se n’è parlato a Cannara
C’era il Capitano della Nazionale di Volley maschile italiana Simone Buti
da Elisabetta Galletti
Assessore Istruzione e servizi sociali comune di Cannara
Interessanti e di fondamentale importanza per la prevenzione gli interventi di esperti a vario titolo, ovvero di chi ogni giorno tocca con mano i danni provocati da quella che da sempre e una vera e propria piaga sociale. Lo sportivo, Capitano della Nazionale di Volley maschile italiana Simone Buti, ha parlato della sua esperienza legata al mondo dello sport raccontando quanto nella rete del doping si possa cadere volendo essere sempre i migliori senza fare più di tanti sacrifici legati agli allenamenti e ad un sano stile di vita facendosi “aiutare” invece da sostanze dopanti. Ha inoltre fortemente sottolineato l’importanza della famiglia definendola come un faro che deve illuminare e guidare il percorso dei ragazzi.
Chiara la testimonianza del dottor Paolo Abbritti – Sostituto procuratore presso la procura di Perugia – che ha parlato del problema visto con gli occhi della giustizia e di come si pongano i soggetti chiamati in causa a vario titolo per reati legati a questo mondo.
Il dottor Giovanni Boni, dopo aver mostrato delle diapositive relative ai danni che le droghe e le sostanze dopanti provocano al fisico umano, ha introdotto le testimonianze di due ragazzi usciti dal tunnel della droga dopo essere stati un lungo periodo in comunità di recupero. Ed proprio con le loro testimonianze che la drammaticità di questo problema emerge in tutta la sua completezza.
Sentire dire da entrambi di aver trovato la libertà, di aver ritrovato loro stessi nel periodo di detenzione da la misura di quanto l’essere tossicodipendenti imprigiona in se stesso chi ne è vittima; Sentire dire da di aver visto la bellezza del cielo una volta in carcere durante l’ora d’aria o che, ora, ogni mattina andando al lavoro si accorgono di quanto bella sia l’alba rende l’idea di quanto le droghe rubino alla vita dei nostri giovani, privandoli spesso della vita stessa.
Testimonianze indubbiamente forti e a tratti crude ma fondamentali se ascoltate dai nostri ragazzi che spesso superficialmente si avvicinano alle sostanze sentendosi superiori ad esse, sentendosi padroni di uscirne quando vogliono; sappiamo bene che purtroppo non è così. È difficile, faticoso, duro uscirne facendo un cammino di recupero figuriamoci uscirne a “comando” da soli. Iniziative come quella di ieri non è la prima nel nostro comune e non sarà certamente l’ultima. Come Amministrazione non ci stancheremo di organizzarne e non ci mancheremo di sollecitare ancora la presenza di famiglie, società sportive, istituzioni scolastiche. Di risposte a “Doping, droga e adolescenza. Cosa Fare?” ce ne sono: informare, partecipare, ascoltare, comunicare, fare rete……. Aggiungiamone altre….
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