
Salvo D’Acquisto Cannara rende omaggio al Sottufficiale fucilato dalle SS
Mercoledì 23 Settembre ricorre il 72° anniversario del sacrifico del Vice Brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto, ‘Medaglia d’Oro al Valor Militare’ per aver donato la sua giovane vita in cambio di quella di ventidue civili.
Il 23 Settembre 1943, a soli 23 anni, il Sottufficiale fu fucilato dalle SS per rappresaglia nella Piazza di Palidoro (Roma). Il giovane offrì la sua vita in cambio di quella di un gruppo civili, scelti a caso dalle SS per rispondere dell’uccisione di alcuni soldati tedeschi a seguito dell’esplosione di una bomba a mano, avvenuta probabilmente in modo accidentale.
Il suo contegno dignitoso e fiero colpì gli stessi esecutori della fucilazione che, secondo testimonianza certa, dichiararono: ‘Il vostro Brigadiere è morto da eroe, impassibile di fronte alla morte’. Nel 1983 si è aperto il processo di canonizzazione di Salvo D’Acquisto cui attualmente è assegnato dalla Chiesa il titolo di ‘Servo di Dio’. San Giovanni Paolo II, allora Pontefice, ha ricordato la sua figura in un discorso all’Arma dei Carabinieri: ‘La storia dell’Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio Stato: penso al vostro collega, il Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto Medaglia d’Oro al Valore Militare’.
‘Le libertà, i diritti, le conquiste sociali di cui oggi godiamo e che spesso diamo per scontati – afferma il Sindaco Fabrizio Gareggia – sono il frutto del sacrificio di tanti valorosi militari e cittadini che hanno dato la loro vita per il nostro paese e per la nostra pace. Onorare la memoria di Salvo D’Acquisto è un atto dovuto: il suo gesto estremo costituisce un modello esemplare di coraggio e abnegazione, un monito da ricordare ogni giorno da parte di quanti svolgano funzioni a servizio delle istituzioni e dalla collettività.
Esprimo un pensiero di particolare vicinanza ed un sentito ringraziamento all’Arma dei Carabinieri e alle Forze Armate tutte, per il prezioso lavoro che quotidianamente compiono a tutela della nostra sicurezza. E’ con grande piacere che l’Amministrazione Comunale invita l’intera cittadinanza a partecipare alla commemorazione di Salvo D’Acquisto che si terrà in Cannara, Mercoledì 23 Settembre: il corteo militare e civile si formerà in Piazza Valter Baldaccini alle ore 10:30 per poi proseguire in Piazzale Salvo D’Acquisto ove si svolgerà la cerimonia alla presenza di autorità civili e militari’.
‘L’Amministrazione Comunale – dichiara il Vicesindaco con delega all’Istruzione Elisabetta Gallletti – ha fortemente desiderato la presenza dei ragazzi della scuole del territorio alla cerimonia, in virtù dell’alto valore educativo dell’esempio di questo giovane: la dignità e la forza del suo gesto a favore della vita altrui e della libertà di noi cittadini di oggi, sono valori universali da ricordare, omaggiare e trasmettere ai nostri giovani’.
Salvo D’Acquisto nacque a Napoli, a Villa Alba, un edificio di 4 piani in via San Gennaro nel rione Antignano. Fu primogenito di cinque figli in una famiglia profondamente cristiana. Frequentò la scuola d’infanzia presso le salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice di via Alvino nel quartiere Vomero e successivamente il Liceo Vico.
Si arruolò giovanissimo nei Carabinieri come volontario il 15 agosto 1939, frequentando la Scuola Allievi fino al 15 gennaio 1940. Nuovamente volontario, partì per la Libia con la 608ª Sezione Carabinieri, presso Tripoli, a pochi mesi dall’inizio della seconda guerra mondiale, per l’esattezza il 23 novembre 1940; dopo essere rimasto ferito a una gamba, restò con il suo reparto in zona d’operazioni, sinché non contrasse una febbre malarica. Rientrò poi in Italia per frequentare dal 13 settembre 1942 la Scuola Allievi Sottufficiali Carabinieri di Firenze e diventare sottufficiale il 15 dicembre successivo. Uscitone appunto col grado di vice brigadiere, fu destinato alla stazione dei Carabinieri di Torrimpietra, all’epoca una zona rurale extraurbana a qualche decina di chilometri da Roma, lungo la via Aurelia, oggi frazione del comune di Fiumicino.
Dopo il proclama Badoglio, un reparto di truppe tedesche delle SS si era accasermato presso alcune vecchie postazioni precedentemente in uso alla Guardia di Finanza, nelle vicinanze della località Torre di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torrimpietra. Qui, il 22 settembre, alcuni soldati tedeschi che ispezionavano casse di munizioni abbandonate furono investiti dall’esplosione di una bomba a mano, probabilmente per imperizia nel maneggio degli ordigni. Due dei soldati morirono e altri due rimasero feriti.
Il comandante del reparto tedesco attribuì la responsabilità dell’accaduto ad anonimi attentatori locali e richiese la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione,[2] temporaneamente comandata da Salvo D’Acquisto per l’assenza del maresciallo comandante: minacciarono la rappresaglia se entro l’alba non fossero stati trovati i colpevoli. La mattina seguente, D’Acquisto, assunte alcune informazioni, provò a ribattere che l’accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un incidente privo di autori, ma le SS insistettero sulla loro versione e richiesero la rappresaglia, ai sensi di un’ordinanza emanata dal feldmaresciallo Kesselring pochi giorni prima.
Il 23 settembre furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona. Lo stesso D’Acquisto fu forzatamente prelevato dalla caserma, da parte di una squadra armata di SS, e fu condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli ostaggi. Fu tenuto un sommario “interrogatorio”, nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono ovviamente innocenti. Nella piazza venne anche condotto un altro abitante ritenuto un carabiniere, Angelo Amadio, che sarà l’ultimo testimone del sacrificio del brigadiere.
Nuovamente richiesto di indicare i nomi dei responsabili, D’Acquisto ribadì che non ve ne potevano essere, perché l’esplosione era stata accidentale, gli ostaggi e gli altri abitanti della zona erano dunque tutti quanti innocenti. Durante l’interrogatorio dei rastrellati, il sottufficiale fu tenuto separato nella piazza, sotto stretta sorveglianza da parte dai soldati tedeschi e, “quantunque malmenato e a volta anche bastonato dai suoi guardiani, il D’Acquisto serbò un contegno calmo e dignitoso“, come ebbe a riferire in seguito Wanda Baglioni, una testimone oculare.
Gli ostaggi e D’Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle vicinanze della Torre di Palidoro, per la ormai prossima loro fucilazione. Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore; quando furono concluse fu chiaro che le SS avrebbero davvero messo in atto la loro terribile minaccia.
A quel punto, secondo la testimonianza di Angelo Amadio:
« all’ultimo momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il vicebrigadiere D’Acquisto. … Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell’interprete. Cosa disse il D’Acquisto all’ufficiale in parola non c’è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l’ultimo ad allontanarmi da detta località. » |
Amadio infatti era creduto dai tedeschi un carabiniere e pertanto inizialmente ritennero di trattenerlo per farlo assistere alla esecuzione. Evidentemente, Salvo D’Acquisto si era autoaccusato del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell’accaduto e chiese l’immediata liberazione dei rastrellati.
I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale italiano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone d’esecuzione. Alla fuga si unì immediatamente dopo Amadio, quando riuscì a dimostrare, presentando i suoi documenti, che in realtà era un operaio delle ferrovie e non un carabiniere. Come raccontò nella sua testimonianza resa nel 1957, fece in tempo però mentre correva, a sentire il grido “Viva l’Italia” lanciato dal carabiniere, seguito subito dopo dalla scarica di un’arma automatica che portava a termine l’esecuzione. Si girò e vide un ulteriore colpo sparato da un graduato tedesco al corpo già riverso per terra. Vide i soldati ricoprire il corpo con il terriccio, spostandolo con i piedi. Il comportamento del militare aveva infatti colpito le stesse SS, che il giorno dopo, secondo quanto riferito nella testimonianza della Baglioni, le riferirono: “Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte.”
Salvo D’Acquisto fu fucilato all’età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all’ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli.
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