
La monaca più anziana monastero di Santa Maria Maddalena
Suor Agnese ha compiuto 103 anni, un traguardo che la rende la religiosa agostiniana più anziana al mondo. Vive nel monastero di Santa Maria Maddalena, a Spello, luogo dove ha trascorso gran parte della sua esistenza dedicandosi alla preghiera, alla vita comunitaria e alla guida spirituale. A dispetto dell’età avanzata, conserva una lucidità vivace e una fede incrollabile, che continua a trasmettere alle consorelle e a quanti la incontrano.
Nata nella provincia di Teramo, suor Agnese entrò in convento a soli 15 anni. Sei anni più tardi pronunciò i voti, dando inizio a un lungo percorso religioso che si estende da oltre ottant’anni. Il monastero umbro è divenuto la sua casa, non solo fisicamente, ma spiritualmente. Per quattro decenni ha ricoperto il ruolo di badessa del convento, guidando la comunità con umanità e fermezza.
Il suo percorso vocazionale non è stato privo di ostacoli. Venuta al mondo al settimo mese di gravidanza, in un’epoca in cui la sopravvivenza dei neonati prematuri era tutt’altro che garantita, fu adagiata in una scatola di scarpe per tenerla al caldo. Una nascita fragile, ma già allora determinata. La tenacia di suor Agnese si è rivelata presto, trovando radici profonde nella vocazione religiosa che l’ha portata a scegliere la clausura.
Nel racconto della sua giovinezza, emergono immagini intense. Ricorda le lacrime versate il giorno dell’ingresso in monastero, un momento carico di significato. Sentiva il peso della separazione dal mondo esterno, ma anche la certezza di rispondere a una chiamata più alta. Quelle lacrime, racconta, segnarono il distacco e allo stesso tempo l’inizio di una nuova vita nella comunità monastica.
La sua lunga esperienza l’ha resa testimone di numerosi eventi storici. Guerre mondiali, mutamenti sociali, calamità naturali e crisi internazionali si sono susseguiti durante la sua esistenza. Una delle prove più difficili fu il terremoto del 1997, che danneggiò gravemente il monastero. In quell’occasione, le religiose furono costrette a lasciare temporaneamente la clausura e a trasferirsi in parte della canonica di Spello. Suor Agnese, già badessa emerita, descrisse quel momento come un’esperienza dolorosa ma affrontata con spirito di comunità.
Nonostante l’età, suor Agnese conduce ancora oggi una vita scandita dalla preghiera e dall’operosità. Si alza all’alba, partecipa ai momenti liturgici della comunità e dedica parte del tempo alla realizzazione di coroncine del Rosario, che intreccia con le mani in un silenzioso gesto di fede. La sua quotidianità è fatta di semplicità e dedizione, senza clamore, ma con una forza interiore che ispira chi la conosce.
La recente elezione di Papa Leone XIV, agostiniano come lei e già ministro generale dell’Ordine, ha suscitato in suor Agnese grande entusiasmo. Alla notizia del nuovo Pontefice ha risposto con garbo e fermezza: «Mi piacerebbe invitarlo qui in Monastero». Un desiderio espresso con umiltà, ma che racchiude tutta la profondità del suo legame con l’Ordine e con la Chiesa.
Suor Agnese si definisce “figlia di Sant’Agostino” e vede nel tempo presente un’occasione per la conversione, ribadendo con convinzione la necessità di accogliere la volontà di Dio giorno dopo giorno. Le sue parole, pur semplici, portano il segno di una saggezza maturata nel silenzio e nella preghiera, che riflettono la spiritualità agostiniana fatta di ascolto, comunità e ricerca interiore.
Oggi, suor Agnese è considerata una memoria vivente, una presenza significativa non solo all’interno del convento ma per l’intera comunità di Spello. Nei giorni recenti ha ricevuto la visita del parroco don Diego Casini, del sindaco Moreno Landrini e del vicesindaco David Pieroni, segno dell’affetto e della riconoscenza che la città nutre nei suoi confronti.
Il monastero di Santa Maria Maddalena, fondato nel 1316, è oggi simbolo di continuità spirituale e testimonianza della resilienza delle sue religiose. Suor Agnese, con la sua lunga vita e la sua coerenza vocazionale, rappresenta la forza silenziosa di chi ha scelto di vivere lontano dai riflettori, ma al centro di un’esperienza di fede autentica. La sua esistenza si svolge con discrezione, ma il messaggio che trasmette ha una portata universale.
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