Festa regionale lavoro a Spello, dibattito tra Pd e Cgil sul “Jobs Act”

Nell’Italia della recessione e della disoccupazione, nei giorni del ricorso della Cgil contro il Jobs Act, serve più che mai un dialogo tra forze politiche e parti sociali per trovare soluzioni concrete. Un primo confronto pubblico regionale è avvenuto ieri, giovedì 7 agosto, al Festival per il Lavoro organizzato da Pd Umbria e Pd di Spello nella bellissima cornice della 43° Festa dell’Unità locale, che si tiene fino al 10 agosto presso la struttura di Ca’ Rapillo. Il tema della serata riguardava il Jobs Act, il piano di riforme del governo Renzi su lavoro, welfare, ammortizzatori sociali, pensioni e turnover. Tante le implicazioni approfondite da Lucio Cafarelli (coordinatore area lavoro Pd nazionale), Mario Bravi (segretario regionale Cgil Umbria), Mario Bocerani (Vice segretario Pd Provincia Perugia), Marzio Presciutti Cinti (presidente Giovani Imprenditori Confindustria Umbria), Tiziana Chiodi (responsabile pari opportunità Pd Umbria), Maurizio Staffa (responsabile economia Pd Umbria).

La problematica principale resta sempre una: l’emergenza lavoro. Una questione che interessa tutti, sindacato e imprenditoria, politica e società civile. Creare nuova occupazione, individuare le migliori politiche industriali, sostenere le fasce più deboli sono le battaglie che toccano anche l’Umbria. Mario Bravi ha rivendicato il ruolo di rappresentanza dei lavoratori espresso dai sindacati. Lucio Caffarelli non si è sottratto al dibattito su tutele progressive e contrattazione di secondo livello, segnalando però la necessità di attendere il perfezionamento del piano.

Se Marzio Presciutti Cinti dei giovani imprenditori ha dichiarato di apprezzare il Jobs Act, Mario Bocerani del Pd provinciale ha ricordato l’esperienza danese della flexsecurity, flessibilità agganciata ad aumento degli ammortizzatori sociali e alle politiche attive del lavoro. Tema rimasto aperto lo sviluppo della contrattazione di secondo livello, su base aziendale o territoriale: può da un lato contribuire a creare una capacità di reazione alla crisi, favorendo la propensione imprenditoriale alla innovazione ed alla crescita?
Può dall’altro favorire la buona occupazione, senza ridurre la capacità di contrattazione del lavoratore? Quello che appare fondamentale è un percorso di confronto tra istituzioni e di consultazione con le parti sociali, per individuare un virtuoso utilizzo dei fondi europei. La condivisione di obiettivi di incremento delle capacità produttive, di sistemi di flessibilità contrattata, di formazione mirata alla

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