Elisa Capodicasa denuncia offese e minacce sui social

La denuncia di Capodicasa vuole essere un invito a tutti, cittadini e istituzioni

Elisa Capodicasa denuncia offese e minacce sui social
Elisa Capodicasa

Elisa Capodicasa denuncia offese e minacce sui social

Elisa Capodicasa denuncia offese – Il 25 novembre non deve essere solo un giorno simbolico contro la violenza sulle donne, ma deve segnare l’inizio di azioni concrete per fermare ogni tipo di abuso, anche verbale, e impedire che il linguaggio violento e minatorio diventi la norma. È questo il messaggio lanciato da Elisa Capodicasa, consigliera comunale di Spello, che ha deciso di raccontare pubblicamente un’esperienza personale, pur con risvolti politici, al fine di sensibilizzare i cittadini e i media sul tema della violenza verbale e sessista sui social.

La vicenda ha radici nella campagna elettorale delle scorse amministrative di giugno, quando Capodicasa, candidata sindaco, è stata oggetto di attacchi via social da parte dei sostenitori di una lista di destra. Inizialmente, gli attacchi erano limitati a critiche politiche, ma presto si sono trasformati in insulti personali, sfociando in un clima di odio crescente nei suoi confronti. Nonostante questo, la consigliera ha continuato a subire in silenzio, anche di fronte all’indifferenza dei colleghi di minoranza, che non hanno mai preso una posizione chiara contro gli attacchi.

Il 24 novembre, però, è emerso un nuovo post sui social che definiva Capodicasa “la Salis di Spello“, accompagnato da commenti minatori, tra cui frasi come “dolce a pallini” e “bastone da basu”. La consigliera ha interpretato questi commenti come minacce di violenza fisica, facendo riferimento a strumenti come il fucile e il bastone. Inoltre, il “bastone da basu” le è sembrato un chiaro allusione a un doppio senso a sfondo sessuale, aggravando ulteriormente la situazione.

“Ho capito che non si trattava più di semplici offese, ma che si stava parlando di atti violenti nei miei confronti”, ha dichiarato Capodicasa. “I commenti contenevano riferimenti a violenze fisiche, ma anche a un linguaggio sessista e intimidatorio.” Purtroppo, la sua denuncia non ha trovato sostegno tra i colleghi di minoranza, alcuni dei quali hanno addirittura reagito in modo irrispettoso, con emoticon di risata sotto il post originale, alimentando così l’indifferenza verso un linguaggio violento che si stava diffondendo.

Tuttavia, la solidarietà è arrivata dalla maggioranza e da numerosi cittadini di Spello, che hanno espresso vicinanza alla consigliera. Di fronte a questa situazione, Capodicasa ha deciso di sporgere querela contro gli autori dei commenti violenti e sessisti, sperando che questa azione possa fermare il clima di intimidazione. “Spero che questa querela possa inviare un messaggio forte e chiaro a chi crede che le parole possano essere usate senza conseguenze”, ha aggiunto la consigliera. “Le parole hanno un peso e producono effetti reali, non possiamo più permettere che siano usate per minacciare o offendere.”

Nel suo intervento, Capodicasa ha evidenziato una riflessione importante: “Un uomo che ricopre il mio stesso ruolo istituzionale non avrebbe mai subito gli stessi attacchi. Con le donne si va sempre oltre, spesso toccando il doppio senso sessuale, che viene ritenuto più divertente.” La consigliera ha sottolineato che la violenza verbale e le minacce sono inaccettabili, e che l’indifferenza verso tali attacchi non fa che normalizzare comportamenti violenti e sessisti.

“Non si può ridere di certe cose, perché ciò significa che stiamo accettando una normalizzazione della violenza verbale e del sessismo”, ha proseguito. “Ogni offesa personale, ogni minaccia deve essere denunciata, perché altrimenti si rischia di diventare complici di un clima in cui è normale intimidire una donna solo perché ricopre un incarico istituzionale e appartiene a un’area politica diversa.” Concludendo, Capodicasa ha ribadito che non si può restare passivi di fronte alla violenza verbale: “Non possiamo abituarci a subire offese, dobbiamo reagire e chiedere che queste situazioni vengano fermate, perché non ci sono giustificazioni per simili comportamenti.”

La denuncia di Capodicasa vuole essere un invito a tutti, cittadini e istituzioni, a non tollerare la violenza verbale e a combattere il sessismo, non solo attraverso il 25 novembre, ma con azioni concrete e quotidiane.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*