
Giornalino della primaria di Spello, tabloid di 24 pagine
da Gilberto Scalabrini
SPELLO – Sarà il colonnello Paolo Piccinelli, comandante provinciale dei Carabinieri di Perugia, a tenere a battesimo venerdì 26 maggio, il giornalino delle classi quinte dei bambini della scuola primaria di Spello. Un tabloid di 24 pagine, interamente a colori, realizzato con il giornalista Gilberto Scalabrini, in collaborazione con le insegnanti Marina Paci e Paola Falcinelli.
Molti si chiederanno: perché un carabiniere farà da padrino al giornale? Semplice: perché il colonnello Paolo Piccinelli è anche un giornalista pubblicista ed è stato felicissimo di accettare l’invito quando il sindaco, Moreno Landrini, e la preside Maria Grazia Giampè, hanno fatto cadere la scelta sul suo nome. Con il colonnello ci saranno anche il capitano Angelo Zizzi, comandante la Compagnia di Foligno, e il maresciallo Massimo Trementozzi, comandante la locale stazione carabinieri.
Ai 65 giornalisti in erba, che hanno fatto parte della più piccola redazione d’Italia, lavorando come grafici, disegnatori e giornalisti al progetto dal titolo “A scuola sicuri e informati”, saranno consegnati anche simpatici attestati di frequenza al corso di giornalismo e al laboratorio di Protezione civile.
Le 24 pagine del tabloid, molto spiritoso e dinamico, racchiudono tutta l’attività svolta durante l’anno scolastico. Gli alunni delle classi quinte, infatti, hanno visitato a Perugia l’osservatorio “Bina” e la Redazione centrale del Corriere dell’Umbria, mentre a Foligno sono stati ospiti del distaccamento dei Vigili del Fuoco.
«Quando gli alunni rileggeranno gli articoli, rivedranno i loro disegni e le foto –commenta soddisfatto Gilberto Scalabrini-ripenseranno sicuramente all’impaginazione che hanno visto svilupparsi nel corso di questi mesi e soprattutto a questa esperienza che li condotti per mano al progetto lettura dei quotidiani. “Giornallegiamo”, questo il titolo che i bambini hanno scelto per la testa, lo conserveranno gelosamente fra i loro ricordi più cari e quando saranno adulti, qualcuno racconterà questa esperienza ai propri figli, soprattutto il rapporto tra il vecchio e il nuovo modo di fare comunicazione».
E’ vero, verissimo,perché con la crisi dell’editoria, non sappiano cosa ci riserverà in futuro, se trionferà il tradizionalismo o l’avvento di nuove tecnologie.
Commenta per primo