
L’aumento delle tariffe TARI per l’anno 2025 non è il risultato di decisioni deliberate dai singoli Comuni, ma una diretta conseguenza dell’aggiornamento dei Piani Economici Finanziari (PEF) predisposti secondo quanto stabilito dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). È quanto emerge con chiarezza dalla documentazione ufficiale allegata alla delibera del Consiglio comunale relativa alla presa d’atto del PEF 2025, con particolare riferimento all’Allegato 2 che riporta i prospetti riepilogativi aggiornati per ciascun Comune incluso nell’ambito tariffario.
Secondo quanto riportato, l’adeguamento tariffario discende dal recepimento della metodologia tariffaria MTR-2 introdotta da ARERA con la delibera n. 363/2021/R/Rif. Il nuovo metodo ha determinato un aggiornamento biennale dei PEF per il periodo 2024-2025. Questo processo di revisione ha generato, in larga parte dei territori coinvolti, un incremento generalizzato dei costi complessivi legati alla gestione del ciclo dei rifiuti urbani.
I nuovi PEF, redatti in applicazione dell’MTR-2, sono stati ufficialmente approvati con deliberazione n. 3 del 16 aprile 2024 da parte del Consiglio Direttivo dell’AURI, l’Autorità Umbra Rifiuti e Idrico, l’ente competente a livello regionale. La delibera ha interessato tutti i Comuni dell’ambito, che si sono trovati nell’obbligo normativo di garantire la copertura integrale dei costi risultanti dai piani. In base a quanto stabilito dalla normativa vigente, infatti, le tariffe applicate ai contribuenti devono essere sufficienti a coprire l’intero costo del servizio, senza possibilità per gli enti locali di intervenire in autonomia per calmierare l’incremento.
È quindi errato attribuire alla volontà politica delle amministrazioni comunali la responsabilità dell’aumento delle tariffe TARI, poiché gli enti locali non dispongono di margini decisionali sull’entità dei costi stabiliti nei PEF approvati da AURI. L’unico adempimento richiesto ai Comuni è l’adozione delle tariffe che assicurino, per legge, la copertura economica dei costi definiti. Tale obbligo, di natura vincolante, scaturisce direttamente dalla normativa nazionale e dalle direttive impartite dalle autorità di regolazione del settore.
Nel caso specifico del Comune di Foligno, la delibera approvata in consiglio comunale ha ribadito l’estraneità dell’amministrazione locale rispetto alle determinazioni sui costi. Durante la seduta di approvazione del PEF 2025, è stato formalmente evidenziato che l’incremento tariffario deriva esclusivamente dall’applicazione delle disposizioni normative contenute nella delibera ARERA. Non vi sono, pertanto, elementi che colleghino tale aggiornamento a scelte gestionali o strategiche deliberate a livello comunale.
Nell’Allegato 2 del documento approvato sono riportati nel dettaglio i prospetti riepilogativi aggiornati per ciascun Comune dell’ambito, comprese le variazioni tariffarie rispetto agli anni precedenti. La trasparenza dei dati consente di confrontare le situazioni tra territori diversi e di comprendere come l’impatto della normativa ARERA sia stato generalizzato e non circoscritto a singole realtà.
Le tariffe della TARI, dunque, per l’annualità 2025, riflettono un adeguamento tecnico imposto da normative nazionali e regionali che trovano applicazione uniforme su tutto il territorio dell’ambito. Ogni Comune è chiamato ad applicare queste disposizioni attraverso la definizione delle relative delibere tariffarie, che costituiscono un atto dovuto e non discrezionale.
L’attività di informazione condotta da alcune forze di opposizione, che ha portato l’argomento all’attenzione del dibattito pubblico, ha generato confusione rispetto alle responsabilità effettive nella determinazione degli aumenti. È per questo che, alla luce delle dichiarazioni e dei dati contenuti negli atti ufficiali, si rende necessario un chiarimento volto a fornire ai cittadini una corretta rappresentazione della situazione.
L’adozione dei PEF secondo l’MTR-2 costituisce uno standard definito a livello nazionale, il cui obiettivo è uniformare i criteri di determinazione dei costi del servizio rifiuti, introducendo elementi di trasparenza e responsabilizzazione economica. Tuttavia, la rigidità del meccanismo ha comportato, per molti enti locali, l’impossibilità di attuare politiche tariffarie mitigate o personalizzate in base alle peculiarità territoriali.
In conclusione, l’incremento delle tariffe TARI per il 2025 è il risultato diretto di un processo normativo e tecnico che coinvolge autorità sovracomunali e che lascia ai Comuni unicamente la responsabilità di dare esecuzione alle disposizioni approvate. L’adeguamento, pur impattando sui bilanci familiari e aziendali, non può essere imputato ad autonome scelte politiche degli enti locali, ma va ricondotto alle direttive ARERA e alle deliberazioni dell’AURI che hanno imposto i nuovi livelli di costo da coprire integralmente mediante le tariffe.
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