La Guardia di Finanza di Perugia ha portato a termine un’importante operazione nel settore della lotta al sommerso d’azienda, scoprendo una presunta frode fiscale di notevoli proporzioni. I militari della Compagnia di Foligno, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Spoleto, hanno condotto un’indagine su un’impresa, con sede a Cannara (PG), riconducibile a un imprenditore di origine cinese. L’azienda, nonostante la mancanza di una reale struttura operativa, avrebbe emesso fatture false per operazioni inesistenti per un importo complessivo di 10,8 milioni di euro più 2,4 milioni di euro di IVA, coinvolgendo oltre 180 clienti in tutto il territorio nazionale.
Secondo quanto emerso dalle investigazioni, l’impresa fungeva da “cartiera”, emettendo documenti contabili per cessioni di merci di varia natura (abbigliamento, bigiotteria, materiali edili e altro) senza però effettuare realmente tali operazioni. L’attività investigativa si è concentrata sull’analisi dei documenti contabili sequestrati e sull’esame dei flussi finanziari, insieme alla raccolta di testimonianze dai soggetti coinvolti.
Dalle indagini, è risultato che la società non ha mai presentato dichiarazioni fiscali né adempiuto agli obblighi di versamento delle imposte, mentre il fornitore effettivo operava in nero. Inoltre, i numerosi acquirenti hanno potuto trarre vantaggi fiscali attraverso la deduzione dei costi e la detrazione dell’IVA, oltre a beneficiare di prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato.
A seguito delle verifiche, l’imprenditore è stato denunciato alla Procura di Spoleto per emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le Fiamme Gialle di Foligno hanno inoltre attivato altri reparti della Guardia di Finanza per ulteriori controlli amministrativi sui 180 soggetti destinatari delle fatture, al fine di recuperare a tassazione le somme dovute e l’IVA evasa.
Questa operazione dimostra l’efficacia dell’azione della Guardia di Finanza nel contrastare le frodi fiscali, un fenomeno che non solo sottrae importanti risorse all’Erario, ma danneggia anche la concorrenza leale tra imprese. Attualmente, il procedimento penale è ancora in fase di indagine preliminare, e l’imprenditore coinvolto è considerato innocente fino a una eventuale condanna definitiva.
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