
Erba alta e scavi fermi, l’opposizione attacca Gareggia
Cannara – Il sito archeologico di Urvinum Hortense resta in stato di abbandono, con la vegetazione che ne ostacola perfino la visibilità, mentre monta la polemica politica sul futuro dell’area. L’opposizione locale torna ad attaccare duramente l’amministrazione comunale guidata da Fabrizio Gareggia, accusata di inettitudine nella gestione del patrimonio culturale.
Secondo quanto emerge, nel 2023 il Ministero della Cultura ha comunicato il diniego alla concessione per nuove campagne di scavo fino al 2025, a causa di gravi mancanze imputate al Comune. Tra queste, l’incapacità di garantire standard adeguati di tutela e sicurezza per l’area archeologica. Una decisione che ha di fatto congelato ogni possibilità di rilancio del sito, già trascurato negli ultimi anni.
La gestione dell’amministrazione Gareggia, scrive Alessia Sirci di Insieme per Cannara, viene definita “superficiale” e “incapace” dai gruppi di minoranza, che evidenziano come nonostante i numerosi richiami da parte della Soprintendenza, il Comune non sia riuscito a evitare il provvedimento ministeriale. Al contrario, si accusa la Giunta di aver concentrato le proprie energie su eventi di facciata, senza adottare azioni concrete per sostenere il sito e promuovere lo sviluppo culturale locale.

A finire sotto accusa è anche il finanziamento statale concesso per realizzare le coperture protettive sull’area di Urvinum Hortense. Secondo l’opposizione, senza un progetto organico e una vera priorità politica, l’investimento rischia di diventare un inutile spreco di risorse pubbliche.
Nessun passo avanti sarebbe stato compiuto neppure sul fronte della promozione turistica e della valorizzazione del sito. In questi anni di stallo non sono stati pianificati eventi scientifici, convegni o attività didattiche. Il sistema museale cittadino non è stato rafforzato e manca un’adeguata offerta integrata tra il museo e l’area archeologica.
L’opposizione ricorda che nel 2023 è stato approvato un nuovo regolamento per il Museo Città di Cannara, con l’introduzione prevista di una figura chiave: il Direttore Scientifico. Un ruolo strategico, destinato a connettere il museo con Urvinum Hortense e con altre realtà culturali regionali. Tuttavia, a distanza di un anno non è stato ancora nominato nessuno.
La situazione del museo è tutt’altro che soddisfacente: privo di un gestore, è accessibile solo su prenotazione, spesso grazie all’apertura diretta da parte dell’assessora comunale competente. Una condizione di precarietà che mette in discussione la fruibilità dei beni culturali da parte dei cittadini e dei visitatori.
Criticità analoghe riguardano anche l’antiquarium di Collemancio, immobile riqualificato con fondi comunitari ma lasciato inspiegabilmente chiuso. Nessuna funzione operativa, né utilizzo per finalità educative o promozionali, con l’intera struttura che giace in uno stato di totale inattività.
Nel confronto con altre esperienze umbre, emerge con forza il ritardo di Cannara. Comuni più piccoli e con risorse inferiori riescono a valorizzare i propri siti storici e a costruire reti culturali capaci di generare ricadute economiche reali. In controtendenza, l’amministrazione cannarese viene accusata di paralisi amministrativa e scarsa progettualità, oltre che di un eccesso di attenzione all’immagine pubblica a discapito della sostanza.
Il gruppo di opposizione “Insieme per Cannara”, attraverso la voce della capogruppo Alessia Sirci, sottolinea che la cultura è una leva fondamentale per lo sviluppo territoriale e che il Comune dovrebbe assumersi la responsabilità di rimettere al centro della propria azione politica la valorizzazione del patrimonio storico-archeologico.
L’accusa è netta: Cannara si perde in annunci, mentre il tempo passa e il sito di Urvinum Hortense resta soffocato da incuria e silenzi istituzionali.
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