Spilli, don Sergio Andreoli

Ho il piacere di pubblicare la Prefazione di Arianna Petesse al mio libro SPILLI DI “SALIRE”, Youcanprint Self – Publishing, 2014.
Prefazione
Questa volta dovrò spremere ben bene le mie meningi, dato che devo fare un viaggio nel tempo, ma a ritroso questa volta… un tuffo nel passato… che mi riporta indietro di quasi 22 anni… minuto in più minuto in meno…!!
In quel tempo avevo 15 anni e mi apprestavo a frequentare il 3° anno del Liceo pedagogico, che era anche artistico.
Si iniziavano nuove materie, tra cui la Filosofia, della quale non avevo nemmeno l’impronta di cosa potesse significare.
Ero però sollevata dal fatto che l’insegnante di questa nuova materia fosse un vecchio amico di mio padre.
Il nuovo prof aveva una caratteristica molto particolare rispetto agli altri insegnanti: era anche un parroco.
Da qui una serie di affilati turbamenti… molto personali… io con la religione, con i preti e con Dio non avevo uno splendido rapporto, cosa che continua ad essere tuttora.

Avevo tutta una mia visuale sulla faccenda e i dubbi a quel punto mi tempestarono… come poteva un parroco inculcare a delle sedicenni i fondamenti della filosofia occidentale?
Dopo i primi istanti di incertezze, ho fatto leva su di me, cercando di dare una chance a questo prof che rimaneva molto distaccato all’inizio delle lezioni, ma che con il passare dei giorni diventava molto più sciolto e si plasmava con la classe.
Il prof smetteva le vesti di prete e assumeva il tono da insegnate di filosofia con molto garbo e affabilità, introducendoci in quel mondo senza sforzo, ma stimolando la nostra mente con discussioni su vari temi, che comprendevano la filosofia, la religione, la psicologia e la pedagogia ed ogni altro aspetto dell’esistenza umana.

Ricordo una volta un compito in classe su Platone, che non apprezzavo molto… ricordo che quando ci riconsegnò i compiti, mi fece leggere di fronte alla classe il mio scritto, nel quale criticavo aspramente la filosofia di Platone.
Per me quello fu un momento di gloria, anche perché avevamo instaurato io e il professore un rapporto speciale… da vero maestro e discepolo… arrivò il momento in cui le sue parole diventavano acqua per dissetare un disidratato.

Ma la mia natura ribelle non mutò; combattiva sempre e rispettosa delle idee altrui, con il professore mi cimentavo in discussioni molto produttive.
A quell’età si è bramosi di sapere le risposte a molte domande, che ci assillano; la filosofia ti aiuta a trovare una dimensione nel Pensiero.
Ti aiuta ad elevarti sopra il marasma di informazioni, che ti bombardano… ti aiuta a discernere la tua strada, come se avessi un lumicino nelle notti buie.
Ricordo che ogni tanto interveniva nella classe la professoressa Lupparelli e ricordo con un sorriso le diatribe tra i due!
Quella sottile ironia sempre garbata del prof Andreoli, era molto piacevole da osservare.
Purtroppo il prof, dopo quell’anno scolastico sarebbe andato in pensione e ciò mi rammaricò molto, perché non si poteva perdere una guida all’inizio del cammino.

Infatti, iniziai una persuasiva politica anti-pensionamento, ma non portò nessun frutto, dato che Don Sergio aveva ormai preso la sua incontrovertibile decisione, e incominciai a rassegnarmi al fatto che dall’anno successivo non ci sarebbe stato nessun altro insegnante alla sua altezza, nessuno mai mi avrebbe più coinvolta in fervide discussioni filosofiche… e così fu.
Io ho vissuto quella fase di distacco dal prof come un abbandono… ma ne sono uscita e dopo un ventennio ho ritrovato il prof, anche se negli anni passati sapevo benissimo dove poterlo andare a cercare, ma io l’ho vissuto come un filosofo, non come un servo di Dio e forse continuerò a vederlo sotto questa prospettiva, perché è così che ho bisogno di vederlo.
Arianna Petesse

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