Passaggi, don Sergio Andreoli, 28. Don Marzio Melelli, Prefazione

Don Sergio Andreoli

Sono solito dire che il meglio è di fronte a noi, ma talvolta ho l’impressione che il passato sia così ricco di esperienze, novità, imprese significative, da far nascere quella nostalgia, che un po’ tutti critichiamo negli altri. Ripercorrere la storia della Vis è molto istruttivo, perché, se alimenta la speranza per un futuro migliore, nello stesso tempo esalta e celebra un periodo fecondissimo nella vita ecclesiale folignate, quegli anni ’60, per tutti noi decisivi, sia per la formazione, sia per le risposte che fummo sollecitati a dare a tante richieste emergenti dalla società, di carattere educativo, culturale, morale e spirituale.

Sfogliare questo libro – ne sono certo – per molti significherà riscoprire il dinamismo che circolava nelle comunità parrocchiali, nei collegi e in altre istituzioni e lo spirito creativo, che contraddistingueva preti e laici di una Chiesa in ricerca continua e in confronto talvolta anche vivace e serrato, sotto la guida ferma ed illuminata del Vescovo Siro Silvestri, al tempo della celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II e in quel dopo-Concilio così denso di attese e di speranze. La passione per i giovani, per il loro inserimento nella vita ecclesiale e sociale, era tipica di quanti avevano responsabilità, nelle parrocchie come nelle scuole. Erano gli anni del rinnovamento e dell’aggiornamento, ma anche delle esperienze-pilota in tutti i settori.

Basterebbe riprendere in mano le annate del settimanale cattolico folignate o i fogli che andavano spontaneamente nascendo o rinascendo – Salire, L’obiettivo, Il grillo parlante, ScuoLavoro ed altri ancora -, per rendersene conto. Sappiamo come siano, poi, andate le cose, quali difficoltà si siano affacciate all’orizzonte, quali incertezze si siano annidate negli atteggiamenti delle persone e delle istituzioni, quali nuove insidie abbiano conquistato il terreno – gli stupefacenti, in primo luogo – e quante sconfitte, a tutti i livelli, si siano dovute amaramente registrare.

Certamente – e la storia della Vis anche in questo è molto istruttiva – non tutti si sono arresi e hanno tirato i remi in barca, ma la sfiducia ha tagliato a molti le ali. Il tempo di una ripresa alla grande – mi riferisco sempre al mondo dei giovani, nel quale operano con grande merito, oltre che le società sportive, tra le quali primeggia la Vis, anche le associazioni di varia natura, laiche o cattoliche, come l’Agesci – può non essere lontano, a condizione che si ritrovi quella passione, di cui dicevo all’inizio, capace di immettere nella coscienza degli adulti l’idea che quel che conta, non sono tanto le strutture, quanto le persone, da aiutare nella loro crescita umana e spirituale.

Solo in tal modo sarà possibile vedere camminare insieme ragazzi, genitori, educatori, sacerdoti e quanti altri hanno da dire e dare qualcosa di significativo per il bene di tutti, anche a Foligno, in una fase della storia un po’ tormentata di questa Città, che a fatica sta rialzando la testa, dopo la grande prova del terremoto. In ordine a questo obiettivo, la Vis sa ancora dire la sua con l’eloquenza dei fatti.

Sergio Andreoli
(da: Paola Ferri – Sergio Andreoli, Quarant’anni fra i iovani, Via Roma, 73 – 73039 Tricase [Lecce] – Italy, Edizione cartacea, 2015).

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